Ci vorrà ancora del tempo prima che possa concretizzarsi l’auspicio, a mio parere pienamente condivisibile, formulato lo scorso anno dal direttore della DCSA (Direzione Centrale per i Servizi Antidroga- Dipartimento della Pubblica Sicurezza) del tempo che nella prefazione della relazione annuale del 2016 ( presentata a metà del 2017) sull’attività di contrasto al narcotraffico, considerava opportuna “..una nuova e più efficace modalità di raccolta dei risultati operativi provenienti dal territorio che consenta alle articolazioni della DCSA il consolidamento del dato già a ridosso della conclusione del periodo di esercizio”. Questo, si capisce, per poter apprezzare sollecitamente i dati nazionali sull’azione di contrasto e, fatte le opportune analisi, per poter tracciare  eventuali linee di indirizzo strategico-operativo ai Comandi e Uffici delle varie forze di polizia territoriali. Così, come ogni anno, anche nel corrente sapremo come sono andate dettagliatamente le cose nel 2017 solo a metà del 2018 anche se sono già noti, grazie ai rapporti mensili redatti dalla DCSA e consultabili sul sito della Polizia di Stato, i dati, sia pure provvisori, sui sequestri di stupefacenti, le denunce all’ag per i delitti collegati al narcotraffico e la loro distribuzione nelle varie province. Per i sequestri, come abbiamo già avuto occasione di scrivere recentemente, il dato nazionale si attesta sulle cento tonnellate e rappresenta il record dopo quello, assoluto, del 2014 che registrò oltre 154tonnellate di sequestri complessivi di stupefacenti ( va anche ricordato che, fino al 2012, la media annuale dei sequestri era stata di circa 36 ton). Relativamente alle persone denunciate, sul totale di 28.252, sono risultati stranieri 9.896 persone che continuano a rappresentare poco meno di un terzo di tutti i denunciati.

Le rotte d’importazione marittime sono state ancora quelle maggiormente interessate dal narcotraffico ( circa l’80% degli stupefacenti diretti ai mercati di consumo italiani) con consistenti sequestri non solo all’interno del mare territoriale ma anche in acque internazionali dove si sono registrate oltre sei ton di marijuana intercettate su imbarcazioni provenienti, per lo più, dall’Albania. Questa esigenza di “..aggredire (..) il fenomeno in una fase antecedente all’ingresso dei carichi di droga nel territorio dello Stato e alla loro parcellizzazione nelle piazze di spaccio..” era pure stata sottolineata nella succitata relazione della DCSA con l’ulteriore riflessione, meritevole di particolare attenzione, che un’attività di tale genere “..serrata e ben congegnata sui grandi carichi di droga in arrivo nel Paese..” avrebbe potuto anche realizzare “..quelle economie di scala, altrove auspicate, nell’impiego di risorse finanziarie e di polizia utilizzate per fronteggiare la capillare circolazione dello stupefacente immesso nei mercati di consumo..”. Si ricorderà che, sul punto, in passato erano stati diversi magistrati ( tra cui Franco Roberti ex direttore della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo) a rimarcare il grande dispiego di risorse umane delle forze di polizia per un fenomeno di traffico e spaccio, in particolare di hashish e marijuana, divenuto sostanzialmente incontrollabile. C’è un “processo di narcotizzazione” in atto nel nostro paese che va avanti da anni e che in molti si ostinano a non vedere, a sottovalutare, ritenendolo, a torto, solo un problema per chi si droga.

Non che ci stiamo avviando a diventare un narcoStato o, peggio, una narcodemocrazia, ma non c’è dubbio che le dimensioni che ha assunto in Italia il narcotraffico, la tossicodipendenza, i delitti di violenza collegati, debbono indurre tutti, esperti, autorità di Governo e locali, di pubblica sicurezza, la scuola, ad una forte azione corale di prevenzione e di corretta informazione. Prosegue, intanto, l’attività di repressione da parte delle forze di polizia anche in questo scorcio di anno  che già nel primo trimestre hanno sequestrato 13.122,499kg di stupefacenti di cui 1.180kg di cocaina, 131kg di eroina, 5.677kg di hashish e 5.842kg di marijuana ( dati elaborati dalla DCSA il 10 aprile scorso). Quest’ultima droga continua ad arrivare sulle coste pugliesi ( controllate dalle varie formazioni della criminalità organizzata) proveniente dall’Albania nonostante il dichiarato, stringente controllo in mare, fatto anche da imbarcazioni della nostra Guardia di Finanza. Così, sempre in questo scorcio di 2018, nelle acque antistanti i porti di Brindisi e di Lecce, sono state bloccate già circa 2 ton di “maria” ( consistenti sequestri anche a Catania e a Roma, rispettivamente, con oltre mezza tonnellata, a Varese con 375kg e a Milano con circa 225kg). Su 8.193 persone denunciate all’a.g. per delitti collegati agli stupefacenti, 3.235 (il 25%) sono risultati stranieri, in prevalenza di etnie ormai ben radicate nel nostro paese come quelle marocchina, albanese, tunisina, nigeriana, romena, con la conferma che, nel narcotraffico, “..la minaccia non viene in maniera diretta dalle popolazioni in fuga da discriminazioni e guerre” (relazione DCSA 2016).

 

 

di Piero Innocenti
(Dirigente generale della Polizia di Stato a riposo, Questore in alcune importanti città italiane ha avuto una pluriennale esperienza nella Direzione Centrale per i Servizi Antidroga svolgendo anche servizio in Colombia come esperto).