La 44enne è stata giudicata incapace di intendere e di volere perché i suoi furti erano finalizzati a procurarsi i soldi necessari alla sua mania compulsiva.
Rubava, è vero, ma lo faceva perché era “malata” di gioco d’azzardo. E quindi la donna è stata assolta. La sentenza è stata pronunciata dal Tribunale di Milano, che ha prosciolto dall’accusa di furto una “giocatrice patologica” che si procurava così i soldi che le servivano per giocare: una mania che per lei era diventata una vera e propria dipendenza, e che quindi le ha consentito di essere giudicata incapace di intendere e di volere.

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