Negli Stati Uniti il tabacco è un affare per poveri. Sono le classi meno abbienti a tenere vivo il mercato del fumo, con danni incalcolabili per la salute. Se il tasso di fumatori in percentuale è sceso, la popolazione è comunque aumentata, trasformando la nazione in un fruttuoso business in espansione: a livello nazionale sono circa 45 milioni gli americani che fumano. Basti pensare che per la British american Tobacco (Bat), il colosso multinazionale che ha da poco acquisito anche Reynolds american, gli Stati Uniti restano, dopo la Cina, il mercato più imponente.

Tante le ragioni: leggi fluide, supporto politico grazie all’influenza delle lobby e tasse basse sulle sigarette. E’ il Guardian a raccontare, con un ampio reportage, la mappa del tabacco americano. Le bandierine rosse sono puntate sugli Stati a reddito più basso. Come la Virginia Occidentale, che detiene il triste primato di Cenerentola d’america con salari e condizioni di vita inferiori alla media nazionale. E’ qui che si registra probabilmente la più alta concentrazione di fumatori, che arrivava addirittura al 37% in alcune contee lo scorso anno. Questa percentuale cosi’ alta segue un consolidato trend nazionale. Quello che è cambiato negli ultimi 50 anni, infatti, è il ritratto del fumatore tipo.

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