Classificato come cancerogeno certo fino dal 1988 ora l’alcol, se bevuto in quantità significative, si aggiudica anche un altro poco invidiabile primato: quello di principale causa evitabile di demenza a esordio precoce. Il verdetto è contenuto nel più grande studio mai condotto sull’argomento, appena pubblicato su Lancet Public Health da un team internazionale di ricercatori franco-canadesi coordinati dagli esperti del Campbell Family Mental Health Research Institute for Mental Health Policy Research di Toronto, che hanno analizzato abitudini e stato di salute di oltre un milione di francesi ricoverati tra il 2008 e il 2013 con una diagnosi di demenza.

Tra questi, circa 57.000 avevano avuto una demenza precoce, cioè diagnosticata prima del 65 anni, e in più di un caso su due (nel 57% dei pazienti) alla neurodegenerazione era associata una storia di consumo di alcol considerato ai limiti dell’alcolismo, secondo le definizioni dell’OMS, che prevedono, per i grandi bevitori, una quantità di 60 grammi di alcol al giorno, pari a 4-5 bicchieri di vino, per gli uomini, e di 40 per le donne (3 bicchieri). E la situazione – hanno fatto notare gli autori – potrebbe essere anche peggiore, perché i dati sono stati ricavati dalle cartelle cliniche ospedaliere, ma l’abitudine a esagerare con l’alcol è ben più diffusa rispetto ai casi che giungono all’osservazione dei medici.

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