Il Disturbo da Deficit Attentivo con Iperattività (ADHD, acronimo in inglese di Attention Deficit Hyperactivity Disorder) è un disordine dello sviluppo neuropsichico del bambino e dell’adolescente, caratterizzato, secondo i criteri del Diagnostic and Statistical Manual Of Mental Disorders, da inattenzione e impulsività/iperattività. Spesso si pensa all’ADHD come ad una malattia dell’infanzia e dell’adolescenza e che le persone guariscano, una volta adulte.

Tuttavia il 60% delle persone a cui sia stata diagnosticata l’ADHD da bambino continuerà ad avere sintomi anche in età adulta.
Questi sintomi e loro conseguenze possono cambiare con l’età.

In età adulta, mentre l’iperattività spesso tende a migliorare, l’inattenzione e l’impulsività, invece, peggiorano
causando continue difficoltà.
Tecniche di neuro-imaging (Risonanza Magnetica Funzionale e Tomografia ad Emissione di Positroni) e studi di genetica molecolare hanno dimostrato che l’ADHD è un disturbo di origine biologica della corteccia pre-frontale e dei nuclei della base con un’alterazione nell’elaborazione delle risposte agli stimoli ambientali e della capacità di concentrazione. 

Nello specifico, è stata riscontrata un’alterata regolazione del sistema dopaminergico striatale dorsale e ventrale ed un’alterata regolazione del sistema noradrenergico con alterazioni nelle connessioni a livello fronto-striatale, fronto-parietale, fronto-cerebellare, parieto-occipitale, e nella corteccia cingolata. 

Le cause di tali alterazioni sono sia di origine genetica (almeno 18 geni correlati con l’ADHD tra cui i recettori dopaminergici D4 e D5, i trasportatori della dopamina DAT1, i recettori serotoninergici 1B, proteina sinaptosomale associata 25. Implicato anche l’allele ripetuto 7 del DRD4), sia di origine ambientale: esposizione prenatale ad alcol, tabacco e piombo, complicazioni in gravidanza o alla nascita, anossia neonatale, convulsioni o danni cerebrali, obesità e diabete.

Le persone con ADHD spesso sviluppano comorbidità come ansia, depressione o disturbi del comportamento. Questo può mascherare i sintomi di ADHD e far sì che la diagnosi corretta arrivi solo dopo molti anni.
L’ADHD nell’infanzia è più facilmente diagnosticabile e trattabile, nell’adulto è molto meno riconosciuta e trattata in modo specifico perché spesso si confonde con altre sindromi e disturbi spesso in comorbidità . Circa il 15,2 % della comorbidità di un soggetto affetto da ADHD dell’adulto riguarda il Disturbo da Uso di Sostanze.

Ma qual’è  il rapporto tra la dipendenza dalle sostanze d’abuso  e l’ADHD dell’adulto?
Un recente studio ha dimostrato che più del 15% di adulti con l’ADHD aveva abusato o era dipendente da alcol o droghe negli anni precedenti con  un’incidenza “tripla” rispetto alla percentuale dei dipendenti tra gli adulti senza ADHD. In questo studio l’alcool e la marijuana erano le sostanze più comunemente usate.

Perché l’abuso di sostanze e la dipendenza rappresentano un problema frequente tra gli adulti con ADHD?
Un altro studio tra giovani adulti con iperattività, fa osservare che solo il 30% dei soggetti intervistati dichiara di usare sostanze per uso ludico, il 70 % abusa solo per migliorare il proprio umore e/o dormire meglio. Si tratta, dunque, dell’utilizzo della sostanza allo scopo di migliorare le proprie condizioni cliniche in presenza di depressione oppure allo scopo di incrementare le ore di sonno. Un utilizzo, quindi, della sostanza a scopo “terapeutico”, una sorta di “auto-medicazione”.

Di contro, adolescenti e adulti con ADHD in trattamento per i loro sintomi, hanno meno probabilità di abusare di droghe e alcol rispetto a quelli non diagnosticati e non trattati. Spesso si nota una diminuzione della componente iperattiva quando le persone con ADHD crescono e diventano adulte, nella realtà quest’ultima è solo più nascosta e costretta che nel bambino. I soggetti con ADHD si annoiano molto e non registrano una noia qualsiasi, ma una noia insopportabile che li rende nevrotici.

Questi individui, da adulti, spesso hanno bisogno di qualcosa solo allo scopo di calmare il cervello abbastanza da  poter essere produttivi.
Molte persone con ADHD non usano cocaina per “drogarsi” o bevono per “ubriacarsi” ma semplicemente per riuscire ad essere operativi, concentrandosi  maggiormente su un compito o anche per risollevarsi dalla noia che nella sindrome ADHD  assume una valenza drammatica .

L’impulsività, la mancanza di giudizio e l’asocialità che spesso accompagnano l’ADHD, costruiscono la strada per l’autoindulgenza.
Non si considerano più le conseguenze delle proprie azioni per cui determinati comportamenti, per esempio fumare marijuana o esagerare nel bere alcolici, possono diventare degli strumenti per sentirsi maggiormente accettati da parte di determinati gruppi sociali una volta attestato che l’ADHD comporti anche una difficoltà nell’entrare in contatto con gli altri.

Allo stesso modo, tanti ragazzini delle nostre periferie disastrate possono sedare maggiormente i propri comportamenti  impulsivi e smaniosi, tipici della diagnosi di ADHD, aggregandosi alle bande criminali locali ed arrivando cosi facilmente anche a conoscere la cocaina e le altre sostanze da strada piuttosto che sperare di essere compresi ed aiutati dalle nostre istituzioni scolastiche sanitarie e di aiuto sociale.

Un altro aspetto che aumenta il rischio di abuso di sostanze negli ADHD adulti è la frustrazione rispetto alla ridotta efficacia sul lavoro o nello studio. Infatti questi soggetti hanno meno successi accademici rispetto alla popolazione normale e di conseguenza avranno spesso lavori meno remunerativi e problemi economici. Ci sono, inoltre, ricerche che testimoniano un’alta percentuale di abuso di sostanze in parenti delle persone con ADHD.

Dunque esiste anche una predisposizione biologica all’uso di sostanze.
Anche nei pazienti con ADHD i problemi di dipendenza di solito iniziano nell’adolescenza; fino all’età di 15 anni i ragazzi con ADHD non hanno maggiori probabilità di sperimentare droghe rispetto ai coetanei senza ADHD. Diversamente, dai 15 anni in poi abbiamo un aumento drastico dei tassi di abuso e dipendenza per cui la metà di tutti gli adulti con ADHD non trattato svilupperà, ad un certo punto della vita, un disturbo da uso di sostanze.

I farmaci utilizzati nel trattamento dell’ADHD sono della famiglia delle amfetamine, dunque vengono considerati come farmaci che potenzialmente possono portare all’abuso di sostanze, di conseguenza molte persone considerano rischioso utilizzare gli stimolanti come il Metilfenidato.

Nella realtà, è l’opposto: le persone con ADHD che assumono questi farmaci per trattare il loro problema hanno meno probabilità di cadere nell’abuso di droghe. Numerosi studi hanno dimostrato la relazione inversa tra terapia farmacologica per l’ADHD e abuso di droghe, quello più convincente è stato condotto di recente dal team del Dr. Wilens ad Harvard. Analizzando i dati di 6 studi, hanno scoperto che le persone con ADHD che hanno ricevuto un trattamento adeguato durante l’infanzia (quasi sempre con stimolanti) avevano 50% in meno di probabilità di abusare di droghe o alcol nell’adolescenza o nella giovane età adulta rispetto ai loro coetanei non trattati .

In pratica, curare l’ADHD in modo efficace previene l’abuso di sostanze stupefacenti. i genitori, dunque, con figli con l’ADHD dovrebbero essere consapevoli di ciò ed avrebbero il compito e il dovere di spiegargli che questa condizione li rende più vulnerabili rispetto agli altri riguardo l’abuso di sostanze stupefacenti.

I metodi riabilitativi classici, i programmi di riabilitazione e recupero, le comunità terapeutiche non funzionano molto con le persone con ADHD, di conseguenza, a meno che la malattia non venga efficacemente trattata, è molto più difficile smettere con la droga, inoltre i soggetti ADHD con dipendenza da sostanze non riescono a seguire una terapia per l’ADHD in modo costante fino a quando non smettono di bere o drogarsi e, dall’altra parte, non riescono a smettere di abusare di queste sostanze fino a quando non curano con costanza l’ADHD. 

Gli studi in merito sembrano testimoniare che i risultati migliori del trattamento dell’ADHD in questi soggetti avvenga quando cominciano ad assumere i farmaci dopo almeno sei mesi di astinenza dalle sostanze di abuso perché  talvolta non si può verificare se i farmaci per l’ADHD abbiano un effetto fino a quando non si sperimentino con un periodo sufficientemente lungo di astinenza.
In base alla nostra esperienza, però riteniamo anche che le modalità di trattamento debbano variare in base alla sostanza di abuso ed in generale pensiamo sia buona norma trattare per quanto possibile i due disturbi (ADHD e Disturbo da Uso di Sostanze) in contemporanea.

Nel caso dell’abuso di cocaina per esempio il trattamento per l’ADHD può anche ridurre il craving nei confronti della sostanza di abuso. Le persone con ADHD sono impulsive e con una bassa tolleranza alle frustrazioni, di conseguenza è più difficile restare sobri e non utilizzare le droghe che saranno viste come un sollievo riparativo, è, quindi, importante, oltre ad assumere i farmaci per l’ADHD, seguire una  psicoterapia e promuovere uno stile di vita che eviti, per quanto possibile, la solitudine, la stanchezza fisica e mentale e le situazioni stressanti che possano innescare emozioni come la rabbia, l’impulsività e l’aggressività.

Un altro fattore importante per il mantenimento di una condizione di astinenza dalle sostanze è stare attenti ai segnali.
Ai primi segni di stanchezza, noia, irritabilità, difficoltà a dormire (dormire a sufficienza per un soggetto ADHD è fondamentale), è importante parlarne subito per trovare una soluzione, prima che questi sintomi possano innescare quella che vari autori definiscono: “la tempesta emotiva” .

Le persone con ADHD e disturbi da uso di sostanze sono a maggior rischio di depressione e ansia. Non trattate, queste condizioni coesistenti interferiscono con il recupero. È essenziale dunque trattare queste patologie correlate anche dopo che l’ADHD sia stato trattato con successo.

 

A cura di Francesco Auriemma
Psichiatra – Dirigente Medico Referente Ser.D 29
UOC Dipendenze Ovest ASL Napoli 1 Centro

 


 

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