In occasione della prossima giornata Mondiale contro il fumo è stata presentata “Tips from former smokers” la nuova edizione della campagna promossa dal Centers for Disease Control and Prevention (CDC). Sulla scia dello scorso anno prosegue quel percorso iconografico, fortemente evocativo, che rappresenta dei soggetti che hanno perso la dentatura (o peggio ancora la vita) dopo aver contratto una neoplasia ai polmoni. I protagonisti dei cartelloni pubblicitari e dei videoclip sono uomini e donne che senza imbarazzo hanno mostrato i devastanti segni lasciati sul proprio corpo da anni di vizio. Secondo le prime risultanze disponibili, il fattore ostensivo, la semantica, la crudezza delle immagini, le testimonianze e la susseguente paura di giungere nelle  stesse condizioni, avrebbe convito lo scorso anno più di 100.000 cittadini americani a smettere col vizio. Approfondendo maggiormente il fenomeno del tabagismo emerge un quadro drammatico dipinto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Si parla, infatti, di circa 6 milioni di morti all’anno (in un caso su dieci tra i “fumatori passivi”), numero destinato a salire per il 2030 a 8 milioni. Sempre secondo la WHO il 13,4% dei fumatori ha acceso la sua prima sigaretta prima dei 15 anni mentre l’età media in cui si inizia a fumare è di 17,7 anni, con uno scarto di circa un anno tra maschi e femmine (17,3 nei maschi e 18,3 nelle femmine). E’ bene ricordare che il tabacco, oltre ai consueti componenti derivanti da combustione incompleta (fumo) contiene nicotina, un alcaloide stimolante che può illudere il fumatore di ottenere un miglioramento temporaneo della memoria, dell’umore e della velocità di riflessi, generando una forte dipendenza chimica.

di Paolo Berretta
Health Communication Manager – ISS