La scuola pubblica, un tempo luogo “sacro” per la formazione culturale e civica dei nostri giovani, viene continuamente dissacrata e violentata da chi spaccia droghe. Giovani e giovanissimi che, tra i banchi, nei corridoi, nei bagni degli istituti scolastici, vendono ( e consumano) “erba”, pasticche, eroina, cocaina e altre sostanze, spesso confezionate in casa dove, evidentemente, è carente (talvolta completamente assente) la vigilanza dei genitori. In realtà, c’è una generale disattenzione, interrotta, di tanto in tanto, dai direttori e presidi di scuole che, allertati da alcuni insegnanti più diligenti, cercano di fare il possibile in una situazione generale davvero preoccupante che ha investito moltissime città. Sono, così, aumentati gli interventi di polizia di stato e carabinieri all’interno delle scuole richiesti dai capi di istituto. Spesso utilizzando anche i cani antidroga. Con i risultati che rimbalzano, quotidianamente, sui giornali ( alcuni anni fa, le notizie sul punto erano davvero sporadiche ed erano da..prima pagina!) e che confermano quanto accennato. Un problema serissimo per il quale servirebbe una forte, sistematica, generale azione di informazione e prevenzione ( non lasciata alle pur lodevoli iniziative locali), obbligatoria nelle scuole, a cominciare dalle elementari, incentrata sulla tutela della salute, su di un corretto stile di vita. Senza di questa, dubito si riesca a impedire la ignobile azione criminale in atto di induzione dei giovanissimi all’uso di droghe. Gli esempi di quanto stiamo dicendo sono giornalieri. Così, limitandoci agli ultimi giorni, a Paola (Cosenza), il 5 novembre scorso, al’interno della scuola che frequentava, un ventenne spacciava marijuana (nascosta, come prassi, negli slip) mentre a casa ne deteneva altra  con il classico bilancino di precisione e le bustine di cellophane per le singole dosi da piazzare. Il giorno prima, a Sanremo, era stato arrestato uno studente minorenne, trovato con due etti di “maria” e intento a “curare” alcune piantine di cannabis in un orticello poco distante da casa.  Gravitava nelle vicinanze delle scuole, a Grosseto, il tunisino arrestato dalla polizia per spaccio di eroina mentre, a Brescia, quattro studenti universitari festeggiavano il compleanno di uno di loro contando il  ricavato della vendita giornaliera di marijuana ( in casa ne avevano una scorta di 8kg più 4kg di hashish). Bene, sicuramente la “prevenzione” attivata dagli agenti di polizia del Commissariato di Cassino (Frosinone), che alla fine di ottobre scorso hanno proceduto al controllo di molti giovani a bordo di autobus diretti nei vari istituti cassinati ( a casa di uno studente sequestrata marijuana e un bilancino). Cittadini esasperati in via Padova, a Milano (ottobre), dove spacciatori vendono fumo, erba e cocaina soprattutto a studenti e giovanissimi ( intervento della polizia locale il 27 ottobre con la denuncia di due egiziani ed il sequestro di marijuana, hashish e cocaina). A Perugia (25 ottobre), gruppi di spacciatori “offrono” erba, pasticche ed eroina “prima e dopo scuola” per “agganciare” giovani e giovanissimi clienti. La situazione non cambia negli istituti privati. In quello di formazione professionale del Cefal di Ravenna, il cane poliziotto è riuscito a “segnalare” (25 ottobre), diversi nascondigli in cui, di recente, era stata occultata droga. A Pesaro, il 22 ottobre, due giovani studenti (16 e 17 anni), sono stati denunciati dalla polizia per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti,  mentre a Roma, potete immaginare lo stupore dei poliziotti che si recano a parlare di legalità in una scuola del quartiere di Saxa Rubra e si imbattono in un giovane spacciatore nigeriano che, all’ingresso, ha appena ceduto marijuana ad uno studente. Situazione drammatica a Mazara del Vallo (Trapani), dove si parla di uso quotidiano di droghe da parte di almeno la metà (2500!) degli studenti che frequentano le scuole medie e superiori (Giornale di Sicilia del 6 ottobre). La rassegna potrebbe continuare dando un quadro generale ancor più negativo, ma quello che più importa è cercare di richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica e, soprattutto, delle istituzioni governative e locali per assumere iniziative che tutelino, nella giungla delle droghe, i nostri giovani.

 

di Piero Innocenti
(Dirigente generale della Polizia di Stato a riposo, Questore in alcune importanti città italiane ha avuto una pluriennale esperienza nella Direzione Centrale per i Servizi Antidroga svolgendo anche servizio in Colombia come esperto).