Qualcosa si dovrà pur fare per cercare di arginare la folta manovalanza di stranieri che su tutto il territorio nazionale continuano a  trafficare e a spacciare stupefacenti, in molti casi con lo status di rifugiato e di soggetti a protezione internazionale loro riconosciuto dopo essere stati soccorsi  in mare come migranti e accolti nel nostro paese. In realtà, arresti e denunce di spacciatori da  parte delle forze di polizia si susseguono quotidianamente ma, evidentemente, non bastano. Con altrettanta rapidità, grazie ad una “tortuosa evoluzione normativa” sugli stupefacenti avutasi negli ultimi anni e non rapportata alla gravità del fenomeno criminale, gli spacciatori tornano liberi alla loro privilegiata e redditizia attività. Che continua anche se sono agli arresti domiciliari. Ritengo, allora, che una sanzione sollecita e severa nei casi accertati, senza aspettare gradi di appello e senza concedere troppi benefici, per esempio accompagnando alla frontiera gli stranieri/spacciatori e imbarcandoli sul primo volo diretto nei loro paesi di origine, sarebbe un bel segnale e potrebbe avere un minimo di effetto deterrente. Fatto sta che non passa giorno che le cronache locali riportino episodi di stranieri coinvolti a vario titolo nel narcotraffico. Così, negli ultimi due giorni, a Catania dove la polizia ha arrestato tre giovani gambiani mentre prelevavano dall’intercapedine di un muro cittadino alcune barrette di hashish e marijuana per spacciarle. Decisamente più consistente il quantitativo di marijuana (170kg) trovato a bordo di un autocarro fermato sulla A25 dalla polizia stradale di Pescara e condotto da un giovane albanese residente ad Alessandria che si era finto imbianchino. Albanese, ventisette anni, anche quello arrestato dai carabinieri a Perugia dopo che nella sua abitazione erano state trovate una cinquantina di dosi di cocaina di ottima qualità pronte per essere spacciate. Sempre nel capoluogo umbro, nella stessa giornata, è stato pizzicato un tunisino con hashish e con un nutrito curriculum in materia di delitti sugli stupefacenti. Più a nord, a Varese, sono stati i finanzieri , in una serie di interventi mirati ad arrestare otto corrieri nigeriani sequestrando complessivamente 1,4kg di cocaina e 2,5kg di eroina  contenute in ovuli nello stomaco degli “ingoiatori”. A Torino, un insospettabile albanese era stato segnalato per i continui spostamenti casa-auto parcheggiata nei pressi dell’abitazione per prelevare “qualcosa” dal portabagagli. Così la polizia, dopo una breve fase di osservazione, ha proceduto all’intervento scoprendo all’interno del veicolo (intestato ad altro albanese) un vero bazar della droga: due chilogrammi di eroina, circa quattro di cocaina e una ventina di marijuana. Intanto a Sampierdarena (Genova), la squadra mobile interrompeva un vero summit tra spacciatori dominicani, arrestandone quattro, mentre esaminavano nuove sostanze chimiche da mescolare alla cocaina per aumentarne gli effetti. E così ogni giorno, mentre va avanti quel terrificante processo di narcotizzazione del paese che molti ancora ignorano o fingono di non vedere.

 

di Piero Innocenti
(Dirigente generale della Polizia di Stato a riposo, Questore in alcune importanti città italiane ha avuto una pluriennale esperienza nella Direzione Centrale per i Servizi Antidroga svolgendo anche servizio in Colombia come esperto).