La scorsa settimana l’Osservatorio Europeo sulle Droghe di Lisbona (EMCDDA) ha pubblicato “Comorbidity of substance use and mental disorders in Europe” un nuovo lavoro che esamina l’associazione fra il consumo di droga e l’insorgenza di disturbi mentali. La stretta correlazione fra l’utilizzo di stupefacenti ed i gravi problemi di salute pubblica è divenuta una questione strategica per le politiche nazionali ed internazionali in tema di droga. Verso la fine degli anni 80 gran parte dell’attenzione era dirottata verso le infezioni trasmesse per via ematica (come l’HIV o l’epatite C), solo nell’ultimo decennio la prevalenza di disturbi psichiatrici associati alle sostanze psicoattive è divenuta una problematica da prendere seriamente in considerazione. Dunque, si può affermare che la comorbilità è stato un fenomeno spesso sottostimato ed anche non correttamente diagnosticato.
Recenti studi hanno evidenziato 2 categorie di consumatori di sostanze stupefacenti affetti da comorbilità: la prima è formata da soggetti con patologia psichiatrica; la seconda è contrassegnata dalla tossicodipendenza. Ricerche condotte dall’European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction hanno più volte sottolineato come nel vecchio continente quasi la metà dei pazienti psichiatrici soffra non solo di disturbi mentali, ma anche di disturbi derivanti dal consumo di sostanze psicoattive.
Come suggerisce l’EMCDDA in un suo Focus “la diversificazione prescinde alcune conseguenze per la scelta degli interventi terapeutici ottimali. Entrambi i gruppi hanno spesso bisogno, per un periodo di tempo prolungato, di interventi farmacologici e psicosociali integrati, ma diversi tra di loro. La manifestazione concomitante di disturbi della personalità e di abuso di droghe è stata descritta soltanto di recente nella popolazione generale”.

Summary di Paolo Berretta
Health Communication Manager – ISS