Nell’attività di contrasto al traffico/ spaccio di stupefacenti, non capita tutti i giorni di imbattersi in un “vecchietto” (ottantenne) che spaccia cocaina. Si può allora capire lo stupore dei carabinieri che, pochi giorni fa, allertati da alcuni cittadini per un sospetto via vai in una via alla periferia di Corsico, dopo un breve periodo di appostamenti e di osservazione, hanno fatto irruzione in un appartamento  arrestando l’attempato ( e incensurato)pensionato che aveva venduto poco prima alcune dosi di droga prelevandole da un flacone di bolle di sapone del nipotino. Arrivare a fine mese con la pensione di 500 euro era davvero impossibile, si è giustificato così il “nonno” pusher che, dopo la  convalida dell’arresto, è tornato nella sua abitazione, ai “domiciliari” ( stimolato, così, a continuare l’attività!). Non si tratta, purtroppo, di casi isolati in cui persone della terza età si improvvisano spacciatori per far quadrare i magri bilanci familiari. Un altro episodio, stavolta a Roma, ha lasciato di stucco i poliziotti che durante un controllo in una scuola al Portuense hanno trovato un “bong” (una pipa artigianale ad acqua per fumare hashish) nella disponibilità del cinquantatreenne bidello. La sorpresa non è finita qui e nella sua abitazione gli agenti di polizia hanno sequestrato una quarantina di chilogrammi di hashish, 40 grammi di  cocaina e l’occorrente per il confezionamento delle dosi, attività “extrascolastica” che il pimpante bidello svolgeva con particolare impegno. Lo stesso impegno con cui operava il maresciallo dei carabinieri di cinquantasette anni arrestato dai colleghi della compagnia di Cassano D’Adda e di Monza, dopo essere stato sorpreso a vendere parte della cocaina sequestrata in operazioni di servizio. Un provvidenziale intervento per eliminare qualche mela marcia in una istituzione che resta salda e fondamentale per la sicurezza dei cittadini. Stupore anche per la vicenda che ha visto coinvolti due giovani che a Milano coltivavano marijuana in casa e che, arrestati dalla polizia e condotti innanzi al giudice per la convalida del provvedimento, sono stati rimessi in libertà in quanto hanno rivendicato la scelta di coltivare e consumare marijuana come “filosofia di vita”. Si vedrà a giugno prossimo, in sede di dibattimento, se la “stravagante” linea difensiva dei due giovani che si sono dichiarati “esperti di agricoltura” riuscirà a convincere il giudice designato. Nel frattempo, in Sardegna, sono finiti in manette una decina di persone, tutte isolane, che apparentemente sembravano coinvolte nella gestione di una sala giochi mentre in realtà si davano un gran da fare smistando, settimanalmente, decine di chilogrammi di hashish mescolati nelle cassette di carciofi e ortaggi provenienti dalle campagne di Quartu (Cagliari). Continuano gli sconcertanti episodi che vedono coinvolti giovani studenti che vendono droga nelle scuole. Uno degli ultimi fatti è accaduto a Vimercate (Milano) con un sedicenne arrestato dai carabinieri a pochi minuti dall’inizio delle lezioni dopo che aveva venduto a due coetanei alcune dosi di marijuana già confezionate e prelevate dal marsupio che ne conteneva altre venti. A Saronno, tra i boschi e le stazioni ferroviarie di Como, Varese e Milano, cinque tunisini”pendolari”, tra cui un minorenne, spacciavano hashish da alcuni mesi. Tre senegalesi, un gambiano e un italiano, tutti pusher, sono stati “neutralizzati”  dalla polizia di Brescia nell’ambito della operazione “Pusher 2” condotta a livello nazionale nei giorni scorsi. La sfrontatezza li portava a spacciare persino innanzi ad un oratorio mentre l’italiano deteneva fialette di estratto di cannabis liquida da assumere con le sigarette elettroniche. A Torino, invece, un italiano,fallita la sua ditta di traslochi, aveva pensato di proseguire con l’autocarro con le insegne dell’attività di trasporti “traslocando” però 130kg di hashish intercettati dalla polizia sulla tangenziale all’uscita di Stupinigi ( altri 60kg erano detenuti in casa dove sono stati bloccati due “facchini” di nazionalità polacca). A Roma, infine, funzionava nelle 24 ore un call center dello spaccio con consegne a domicilio di cocaina in una vasta area di Roma Nord e di Viterbo. Sono stati i carabinieri della Compagnia di Bracciano ad arrestare i cinque albanesi che gestivano le chiamate degli acquirenti portando la droga a bordo di autovetture munite di doppi fondi ricavati nella parte interna del veicolo. Senza sosta il traffico di marijuana in arrivo sulle coste pugliesi dall’Albania. Nelle ultime ore, tra San Cataldo e Otranto, le forze di polizia hanno recuperato oltre una tonnellata di “erba”, in parte sulla scogliera di Lecce e parte in mare.

 

di Piero Innocenti
(Dirigente generale della Polizia di Stato a riposo, Questore in alcune importanti città italiane ha avuto una pluriennale esperienza nella Direzione Centrale per i Servizi Antidroga svolgendo anche servizio in Colombia come esperto).