Sulla politica di contrasto e di prevenzione degli stupefacenti, il Governo continua a registrare una sconcertante disattenzione, la stessa con cui, per molto tempo, almeno in passato, ha guardato al fenomeno migratorio proveniente dal mar Mediterraneo che solo negli ultimi anni, tardivamente – in questo in buona compagnia con le istituzioni dell’UE – ha considerato una delle grandi priorità da affrontare come emerso anche dalle ultime dichiarazioni, formulate anche in apposite circolari diramate agli uffici periferici delle forze di polizia, dal ministro dell’interno Minniti e dal Capo della Polizia Gabrielli. Le droghe, le vecchie e le nuove, il loro abuso, la sconvolgente diffusione nelle scuole e tra i minorenni, in molti casi essi stessi spacciatori, il monopolio detenuto da gruppi criminali italiani e stranieri, la violenza collegata al narcotraffico, una legislazione divenuta nel tempo blanda, i grandi profitti che genera, i gravi danni sociali che sta provocando, diventeranno prioritari soltanto quando si verificherà qualche evento drammatico da affrontare con provvedimenti straordinari, emergenziali. Il nuovo anno è subito iniziato con importanti sequestri di stupefacenti in varie parti del territorio nazionale.

La marijuana continua ad essere la droga di grande consumo e su questo fronte si susseguono le operazioni delle forze di polizia. L’ultima è dell’11 gennaio scorso, con il sequestro, da parte della squadra mobile, di circa 200 kg di “maria” custodita in un villino lungo la litoranea nord di Brindisi e l’arresto di due albanesi. Due giorni prima era toccato alla polizia di Imola (Bologna) ammanettare un giovane ventiduenne nella cui abitazione custodiva mezzo quintale di marijuana, lo stesso quantitativo sequestrato, nelle stesse ore, a Roma ad un uomo che aveva depositato poco prima il prezioso carico nella sua autovettura. La coltivazione di cannabis è diventata particolarmente attrattiva per molte categorie di persone, non solo criminali di professione, e si è andata estendendo, nel corso degli anni, in molte province, con un “prodotto” nazionale considerato buono dagli esperti del settore ( in primis dagli stessi consumatori). I dati statistici sul punto ( ricavati dai puntuali rapporti annuali della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga) sono davvero eloquenti. Nel 2009, ad esempio, furono 66.106 le piante di cannabis sequestrate dalle forze di polizia in 35 province (media mensile) con il valore più alto a Palermo (15.056) seguita da Reggio Calabria (8.618).

Nel 2014 le piante trovate in casa o coltivate nei campi salirono a 106.079 interessando una media di 47 province con il picco più consistente a Trapani (35.456) seguita da Barletta/Andria(5.400). L’anno seguente ancora un incremento delle province interessate dai sequestri (50)  con 125.143 piante di cui 9.658 a Ragusa e 5.223 a Reggio Calabria. Nel 2016, l’incremento dei sequestri è stato più marcato con 328.241 piante ( la media mensile di 50 province invariata) di cui ben 110.778 a Foggia seguita da Napoli con 10.971 piante. Sul totale di stupefacenti sequestrati, 67.548kg nel 2016  a livello nazionale, la marijuana ha rappresentato la porzione più rilevante con 39.288kg, seguita dai 23.006kg di hashish, dai 3.929kg di cocaina e dai 465kg di eroina ai quali vanno aggiunte le 11.891 dosi di amfetamine e di poco più di 17kg in polvere. Si tratta di dati statistici che potranno subire lievi variazioni nelle prossime settimane fino alla loro stabilizzazione, in linea di massima, ad aprile e, comunque, prima della stesura del rapporto annuale della DCSA, a metà 2017.

Ancora una considerazione sul coinvolgimento, sempre più evidente negli anni, degli stranieri nel traffico/spaccio di droghe dove, comunque, si è andato evidenziando un calo nelle denunce totali delle persone per i delitti previsti dalla legislazione sugli stupefacenti. Nel 2008, infatti, su 35.235 persone segnalate alle varie Procure della Repubblica per traffico/spaccio e associazione finalizzata al traffico, 11.431 risultarono stranieri (il 32% circa). L’anno dopo, gli stranieri denunciati furono 9.543, il 30% del totale (30.841) mentre nel 2015 la percentuale è salita al 34% (8.740 stranieri su 24.163). Nell’anno da poco concluso si è avuto un ulteriore calo delle persone denunciate, 20.845, con un incremento percentuale apprezzabile degli stranieri  9.729,ossia il 46%. Sono dati su cui occorre una riflessione più generale anche per valutare in quale posizione si trovavano gli stranieri trafficanti/spacciatori se, cioè, irregolari, senza fissa dimora o, invece, con tanto di permesso di soggiorno. In entrambe le situazioni,comunque, severità e rigore per espellere rapidamente queste persone non guasterebbero davvero.

 

di Piero Innocenti
(Dirigente generale della Polizia di Stato a riposo, Questore in alcune importanti città italiane ha avuto una pluriennale esperienza nella Direzione Centrale per i Servizi Antidroga svolgendo anche servizio in Colombia come esperto).