Le multinazionali del narcotraffico nel 2014 hanno continuato la loro azione nonostante la guerra alla droga lanciata nel mondo dagli americani oltre mezzo secolo fa. I flussi mondiali del narcotraffico interessano ormai tutti i Continenti e non c’è alcun segnale che possa far pensare ad un’inversione di tendenza. Seguendo le rotte più disparate, termine preso in prestito dalla navigazione aerea e navale, le droghe hanno raggiunto quasi tutti i paesi del mondo. Tali itinerari che, ad un primo esame, possono apparire antieconomici, lunghi, in quanto complessi e tortuosi, presentano, in realtà, minori rischi di sequestro.

La scelta degli itinerari dipende dalla droga che si tratta e sono diversi gli elementi che vanno valutati, a partire dalle connivenze con le autorità locali dei paesi di origine e di transito, alla possibilità di disporre di basi logistiche sicure, alla disponibilità di vettori, alla facilità negli approdi lungo le coste, all’incremento della domanda in genere e al fenomeno del policonsumo di droghe. Le rotte più utilizzate per giungere al Vecchio Continente nell’anno appena terminato, vedono come paesi di transito maggiormente ricorrenti ancora il Venezuela e l’Ecuador. Si tratta in questi casi di partite di cocaina di svariate tonnellate, provenienti dalla Colombia, dal Perù e dalla Bolivia, occultate a bordo di navi da carico. In genere i container marittimi vengono utilizzati per trasportare cocaina verso destinazioni “privilegiate” come i porti spagnoli ( la Spagna continua ad essere la “porta d’ingresso” privilegiata per l’Europa) e olandesi ma anche italiani (Gioia Tauro, in particolare, ma non solo).

Un paese di rilievo per il contrabbando verso l’Europa è anche l’Argentina, grazie ad eccellenti rapporti di gruppi organizzati locali con criminali dell’Europa dell’est e con i narcos messicani, colombiani e peruviani. L’altro Continente che sta svolgendo, da anni, un ruolo primario nello scenario del traffico globale di cocaina è l’Africa occidentale che è utilizzata come punto di collegamento strategico e logistico. Più recentemente, anche alcuni paesi dell’Africa orientale costituiscono interessanti punti di transito delle droghe per molte organizzazioni criminali. Da queste parti le attività criminali sono agevolate da un alto grado di corruzione che tocca anche vari livelli politici. Per quanto riguarda l’eroina va detto che tutti i mercati mondiali, ad eccezione dell’America centro meridionale, si riforniscono degli oppiacei afgani e, fino ai primi anni Novanta, la rotta balcanica era l’unica via attraverso cui i flussi di eroina giungevano in Europa occidentale. Con lo scompaginamento dell’Unione Sovietica, si aprì la “rotta del nord” (la vecchia “via della seta”),che interessava le Repubbliche centro asiatiche (Kazakistan, Tajikistan,Uzbekistan,Turkmenistan,ecc..) attraversando longitudinalmente la Russia per ricongiungersi con la tradizionale rotta balcanica ( rotta sulla quale la criminalità montenegrina, serba e kosovara esercitano un controllo pressoché totale).

Per le rotte che vedono grandi trasporti di cannabis dalle maggiori aree di coltivazione, molti passaggi si possono sovrapporre quasi interamente a quelle degli oppiacei in termini anche di organizzazioni criminali e di modalità operative. Di certo il Vecchio Continente ha nel Nord Africa e specificatamente in Marocco, la fonte principale di approvvigionamento dell’hashish. Anche l’Algeria sarebbe utilizzata per far arrivare la droga in Europa. Lo Stretto di Gibilterra e il Mediterraneo sono gli ambiti marini più interessati a questo traffico. E’ da anni che si sente parlare della “centralità del Mediterraneo” nei traffici illeciti di droghe, armi, esseri umani. Da almeno sei anni, poi, che si sottolinea l’esigenza di creare una “piattaforma africana” e un “centro di coordinamento” per il contrasto di droghe nel Mare Nostrum. Credo che gli “annunci”anche su questo tema proseguiranno ancora mentre emergono preoccupanti segnali di contatti tra la guerriglia delle Farc colombiane e gruppi qaedisti in Marocco ( dove riscuotono un dazio del 15% per far passare la merce) per trafficare cocaina verso l’Europa (oltre due quintali di cocaina proveniente dalla Colombia sono stati sequestrati a settembre 2014 al largo delle isole Canarie). D’altronde il pil dei paesi UE, incluso il nostro, dall’anno passato, si arricchisce anche dei proventi (stimati) del narcotraffico e, quindi, non ci resta che augurare buon lavoro per il 2015 ai commercianti di droghe.

 

di Piero Innocenti
(Dirigente generale della Polizia di Stato a riposo, Questore in alcune importanti città italiane ha avuto una pluriennale esperienza nella Direzione Centrale per i Servizi Antidroga svolgendo anche servizio in Colombia come esperto).