E’ sufficiente sfogliare alcuni quotidiani locali per rendersi conto di come stiano andando a gonfie vele le coltivazioni domestiche di cannabis nel nostro paese. A Fermo, qualche settimana  fa,  la polizia ha arrestato un uomo intento a coltivare una piccola piantagione,  sequestrando alcuni chilogrammi di marijuana già pronta per essere venduta. A Ventimiglia, alcuni coltivatori stanno pensando seriamente di passare dalle colture delle rose alle più redditizie piantine di cannabis. A Tuoro sul Trasimeno, da alcuni mesi, una persona “curava”  il giardino di casa seminando cannabis e producendo ottima marijuana, la stessa che intendevano produrre tre giovani, sorpresi,  sempre nella zona,  ad irrigare una sessantina di piantine. A Tortolì, in Sardegna, un mese fa, la polizia ha sequestrato una coltivazione “vista mare”  di 160 piante di marijuana. Fanno parte del “bottino” di 136.561 piante sequestrate,  dall’inizio dell’anno al primo dicembre 2015,  dalle forze di polizia territoriali.  3.242 quelle sequestrate nel solo mese di novembre con i quantitativi maggiori a Catanzaro (1.509), Reggio Emilia (771) e Bologna (148). Sono sempre di meno le province del nostro paese dove non si rinvengono coltivazioni di cannabis in casa, nelle cantine, nei campi, sotto i tetti.

E’ diventato un buon affare,  ma anche un serio problema per quegli uffici di polizia che cercano di contrastare lo spaccio e il traffico. Il mercato, d’altra parte, “tira” sempre, in particolare tra gli adolescenti. L’ultima indagine dei Salesiani (ottobre 2015), ha evidenziato come su un campione di 700 giovani romani, tra i 14 e i 17 anni, il 14,2% ha ammesso di consumare marijuana o hashish almeno una volta al giorno mentre il 5,9% di far uso, con buona frequenza, di altre sostanze per “provare sensazioni forti”. Spesso si tratta di amfetamine, di pillole di ecstasy o delle varie nps ( new psycoactive substances) elaborate in laboratori clandestini magari mescolate a intrugli chimici vari per renderle più da “sballo”. Solo a Roma e provincia, nel mese di novembre 2015, sono stati sequestrati 226,91kg di stupefacenti di cui 10,80kg di eroina, 33,108kg di cocaina, 42kg di hashish e 54kg di marijuana, 233 grammi di amfetamine e 690 pillole di ecstasy. Su 278 persone denunciate all’a.g. 122 sono risultati stranieri e 14 minori. Nelle restanti province laziali soltanto poche centinaia di grammi di stupefacenti intercettati ad eccezione di Frosinone con il sequestro di oltre 12kg e Viterbo con 4,6kg. Tra la fine di novembre e i primi di dicembre, poi, in alcune zone impervie del versante jonico della Calabria, è iniziata la raccolta di una specie della cannabis coltivata e geneticamente modificata con principio attivo ancora più alto per soddisfare un mercato sempre più esigente e fuori controllo.

Sulla “…inadeguatezza di ogni sforzo repressivo  (..)nel contrasto alla diffusione dei cannabinoidi (..) con il totale fallimento dell’azione repressiva..” è doveroso richiamare il passaggio fatto  agli inizi del 2015 (febbraio) dal procuratore nazionale antimafia Roberti nella relazione al Parlamento. Sul punto, tuttavia, e sulla politica di contrasto e di prevenzione  sulle droghe, il governo registra una sostanziale disattenzione , la stessa con cui, per anni, ha guardato al fenomeno migratorio proveniente dalle coste libiche che solo negli ultimi tempi, tardivamente, ha considerato una delle grandi priorità da affrontare. Le droghe, le vecchie e le nuove, il loro abuso, lo spaccio, il monopolio detenuto nel commercio dalla criminalità italiana e straniera, i grandi profitti che generano, probabilmente diventeranno “prioritari” solo quando si verificherà qualche evento eccezionale da affrontare con rimedi straordinari. E non è certo così che si riesce a dare il  necessario e persistente impulso alla cosiddetta “lotta alle droghe”. Ma forse non lo si vuole neanche più. Il Pil, così, pare sia cresciuto nel 2015 di qualche decimale con il fatturato (stimato) proveniente anche dal commercio degli stupefacenti. Con particolare soddisfazione del governo che fa anche “affidamento” sulla  prostituzione e sul contrabbando di sigarette ( le altre due componenti della ricchezza nazionale dal 2014) per mostrare che la “crescita” del paese è in atto. Tutto straordinariamente “stupefacente”.

 

di Piero Innocenti
(Dirigente generale della Polizia di Stato a riposo, Questore in alcune importanti città italiane ha avuto una pluriennale esperienza nella Direzione Centrale per i Servizi Antidroga svolgendo anche servizio in Colombia come esperto).