L’Europa continua ad esser quella parte del pianeta dove si consuma più cannabis. Gli ultimi rapporti di Europol e  OEDT, parlano di oltre 2.500 tonnellate l’anno. L’Italia, con Francia e Spagna, guida la non invidiabile classifica europea nel consumo. L’offerta della cannabis, peraltro, non arriva più solo dal Marocco, dall’Albania, dal Libano, ma anche da una produzione interna divenuta, negli anni, sempre più intensa. E’, ormai, un lontano e sbiadito ricordo il sequestro di poche decine di piante di cannabis, oltre venti anni fa, nei campi di casa nostra. Basti pensare che nel decennio 2006/2015, le forze di polizia italiane hanno sequestrato complessivamente oltre 8milioni di piante di cannabis ( precisamente 8.241.162, secondo i dati rilevati nelle consuete relazioni annuali della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga del Dipartimento della Pubblica Sicurezza). E in questo scorcio di 2016, al 31 maggio, continuano le scoperte di coltivazioni di cannabis, nei campi e nelle case ( già sequestrate oltre 15mila piante in molte province italiane) mentre si susseguono, anche in questi ultimissimi giorni, altre operazioni antidroga con sequestri ed arresti che aiutano a comprendere l’entità di un fenomeno davvero incontenibile solo con la repressione. Dunque, tra Avola e Noto (Siracusa), agli inizi di giugno,in un terreno di circa 15mila metri quadri, tra le coltivazioni di fagiolino, i poliziotti scoprono ventimila piante di marijuana coltivate in una cinquantina di serre. A Marsala (Trapani), nelle stesse ore, la polizia scopre oltre 15mila piante di cannabis adeguatamente irrigate da un efficiente sistema. Nel comune di Bonifati (Cosenza), gli agenti del commissariato di Paola, individuano, nascosta tra i boschi, una serra con 150 piante di canapa indiana. A Pachino (Ragusa), altre decine di piante mimetizzate tra i pomodori. In un prolungato periodo di crisi occupazionale come quello che si sta vivendo da anni, mettersi in proprio in questa “attività” di coltivatore diretto di cannabis, non è male considerato che investendo poco denaro (un seme di cannabis costa mediamente 5 euro), una pianta può, alla fine, rendere anche tre o quattrocento euro. Insomma, una serra anche di un centinaio di piante può assicurare un profitto interessante. I rischi? Pochi con l’attuale legislazione e con gli orientamenti processuali, almeno in alcune zone del nostro paese. Con il micro spaccio, che è il sistema maggiormente utilizzato dai pusher nelle nostra città, difficilmente si è arrestati e se ciò capita, con altrettanta facilità il giudice rimette in libertà provvisoria. Magari per non interrompere  le “meditazioni” di un presunto “asceta”. E’ successo a Bari, alcuni giorni fa, con un tabaccaio che, arrestato dalla polizia ferroviaria con una sessantina di grammi di marijuana, ha convinto il giudice che la droga gli era indispensabile per meditare essendo un cultore della religione rastafariana. Dicevamo che hashish e marijuana sono le droghe più richieste sul mercato e anche quelle che registrano il maggior numero di sequestri: nel 2016, al primo maggio, già intercettate circa 10 ton di hashish e 3,4ton di marijuana. Nel 2015, poi, sono state tolte dal mercato illecito oltre 54ton di hashish  ( il 98,78% dei sequestri avvenuti nei porti) e circa 3ton di marijuana (anche in questo caso il 94% dei sequestri alla frontiera marittima). Tutto questo mentre cerca spazio il partito trasversale della cannabis legale capeggiato dal senatore Della Vedova, firmatario, insieme ad oltre cento parlamentari di vari partiti, di un progetto di legge sul punto. Vedremo come andrà a finire questo ulteriore tentativo di legalizzare l’uso ricreativo della cannabis che sarebbe “meno pericolosa dell’alcol” come ricordano spesso gli “antiproibizionisti”. Dimenticando, tuttavia, come sia in gioco la salute pubblica, in particolare dei nostri giovani e come il principio attivo della cannabis sia, oggi, molto più forte di quello di un tempo e possa essere anche la causa di diverse malattie psicotiche (sul punto si veda lo studio pubblicato sulla rivista inglese Lancet Psychatry, 2015). Intanto,dietro l’angolo, ci sono molti “imprenditori” che aspettano con ansia qualche spiraglio favorevole convinti di come questo settore del consumo ricreativo possa portare a grandi affari e straordinarie ricchezze.

 

di Piero Innocenti
(Dirigente generale della Polizia di Stato a riposo, Questore in alcune importanti città italiane ha avuto una pluriennale esperienza nella Direzione Centrale per i Servizi Antidroga svolgendo anche servizio in Colombia come esperto).