Il gioco d’azzardo patologico oltre che dall’impulsività è accompagnato da tipiche distorsioni cognitive, come l’illusione del controllo sugli esiti delle giocate, la credenza che tanto maggiore sia il ritardo di un certo evento, come l’uscita di un numero o di una carta o di una combinazione di elementi a una videolottery, tanto più alta sia la probabilità della sua uscita. Una delle distorsioni cognitive più irrazionali sembra però essere quella delle cosiddette quasi vincite, cioè la situazione di gioco in cui si verifica una combinazione che si avvicina a quella scelta dallo scommettitore, ad esempio l’uscita del numero 9 alla roulette con il giocatore che aveva puntato sull’8. Ovviamente la quasi vincita è soltanto una perdita ma per chi ha problemi col gioco d’azzardo viene vissuta come l’approssimazione di un successo e perciò paradossalmente si trasforma in un incentivo a proseguire con le scommesse. La forza di questa distorsione è nota da tempo, tanto che le lotterie istantanee e le videolottery sono artatamente programmate per produrre una elevata frequenza di quasi vincite e incoraggiare così il giocatore a perseverare nel gioco.

Tratto da Psicoattivo.com – di Stefano Canali – Link all’articolo completo