E’ incalzante, ogni giorno, il ritmo con cui alla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga (DCSA),pervengono le segnalazioni di sequestri di stupefacenti e arresti di spacciatori e trafficanti da parte delle forze di polizia su tutto il territorio nazionale ma anche dall’estero, in particolare in quei paesi, di transito o di origine di carichi di stupefacenti destinati in Italia, in cui sono presenti, accreditati presso le nostre rappresentanze diplomatiche gli “esperti della sicurezza” italiani ( un tempo solo “esperti antidroga”), tutti appartenenti ai ruoli dei funzionari/ufficiali di polizia di stato, carabinieri e guardia di finanza. Questo spiega, almeno in parte, perché in questa importante Direzione, a composizione interforze del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, i dati statistici nazionali e a livello provinciale sull’azione di contrasto che vengono, da anni, pubblicati mensilmente nell’apposita sezione del sito poliziadistato.it, talvolta subiscano lievi ritardi nella elaborazione e successiva divulgazione. Così, ai primi di maggio, abbiamo un quadro delle operazioni effettuate a marzo con risultati considerevoli tenuto conto che su 2.332 operazioni svolte dalle forze di polizia (incluse le dogane), sono state 2.913 (1.109 gli stranieri) le persone denunciate alle varie Procure della Repubblica, di cui 2.175 in stato di arresto. I 10.795kg di sostanze sequestrate nel mese vanno a sommarsi a quelle di gennaio e febbraio per un totale complessivo di quasi 38 tonnellate di cui circa 30 ton di marijuana.

Naturalmente anche nel mese di aprile è proseguita l’azione di repressione e la cronaca giornaliera è ricca anche di episodi, talvolta sconcertanti come quello del maresciallo dei carabinieri che a Cassano D’Adda si era trasformato in spacciatore rivendendo la cocaina sequestrata durante operazioni di servizio e che, alla fine, è stato arrestato dai suoi stessi colleghi o la vicenda, a Piacenza, di un bambino di soli nove anni trovato positivo alla cocaina ed il padre arrestato per spaccio dai carabinieri. Gli stessi carabinieri che, sempre nel piacentino, partendo dalle indagini su un’autovettura incendiata per ritorsione nei confronti di un albanese per un debito non saldato di cocaina, hanno accertato un giro di droga ammanettando cinque persone di nazionalità italiana e albanese ( altri arresti, sempre a Piacenza, si sono avuti ai primi di maggio e sempre dai carabinieri). Albanesi anche i quattro pusher di San Michele al Tagliamento finiti in carcere dopo che la polizia di Udine aveva trovato alcune dosi tra i banchi di scuola avviando una indagine i collaborazione con la squadra mobile di Venezia e di Treviso. Ed è in quest’ultima città che, sempre la polizia, ha arrestato, in aeroporto, una giovane donna proveniente dall’Olanda con un chilogrammo e mezzo di ketamina occultata all’interno di alcuni flaconi di shampoo. Sorprendente anche il fatto, accaduto a Lucca, di una rapina ai danni di una massaggiatrice compiuta da un ingegnere informatico di 32 anni che, arrestato dalla polizia, si scusa con la donna affermando che era in stato confusionale per aver assunto cocaina. Non finiscono, poi, le sorprese con persone abbastanza attempate che, anziché stare ai giardinetti a leggere il giornale o a curare i nipoti, decidono di passare il tempo a spacciare droghe.

Quasi sempre finiscono nei guai come è accaduto al sessantaduenne arrestato dalla polizia a Tor Bella Monaca (Roma) dopo il sequestro nella sua abitazione di hashish, bilancini vari, materiale idoneo per la preparazione di dosi e denaro contante. Ultrasessantenne anche quello arrestato dalla polizia per un giro di spaccio all’Arco di Travertino (Roma) mentre a Mazzarino, tra i filari di vigne, un settantunenne della zona, insieme a due palermitani e a due egiziani, aveva pensato di piantare oltre diecimila piante di marijuana immaginando, forse, una vecchiaia meno monotona. Ci sono, poi, i casi, tanti, di persone agli arresti domiciliari che continuano a spacciare ( per ultimo, un giovane di ventinove anni arrestato a Palermo che coltivava marijuana in casa e un altro, a Brindisi, che ha gettato stupefacenti nel water all’arrivo della polizia per un controllo) e gli altrettanti numerosi episodi di stranieri ospiti di centri di accoglienza o rifugiati o destinatari di provvedimenti di espulsione dal territorio nazionale che girano per le strade a spacciare ( un senegalese,a Milano, sorpreso dalla polizia a vendere dosi di marijuana ad un diciassettenne, uno della Guinea che, a Ragusa, spaccia droga ai minori nei pressi del centro che lo ospita, un giovane nigeriano e uno gambiano arrestati sempre per spaccio nel centro immigrati di Castelvenere nel beneventano). C’è stato, infine, anche chi ha pensato, ad Albano Laziale (Roma) di nascondere la droga nelle confezioni in plastica colorata di solito utilizzate come sorprese nelle uova di cioccolata pasquali. Anche in questo caso non è andata bene e il quarantunenne ha avuto la “sorpresa” di trascorrere la pasqua in carcere accompagnato dalla polizia.

 

di Piero Innocenti
(Dirigente generale della Polizia di Stato a riposo, Questore in alcune importanti città italiane ha avuto una pluriennale esperienza nella Direzione Centrale per i Servizi Antidroga svolgendo anche servizio in Colombia come esperto).