Il problema della cocaina acquisisce dimensioni sempre più preoccupanti, con un utilizzo della sostanza massivo nelle più grandi città italiane, principalmente per via inalatoria.

E’ opportuno sottolineare per prima cosa che la cocaina produce effetti cronici e non reversibili su diversi organi interni. Dal punto di vista medico, questa pagina sintetizza gli effetti sugli organi interni, che in primo luogo interessano il sistema cardio-polmonare, il sistema nervoso, quello gastrointestinale e in generale tutti gli organi interni.

Dal punto di vista neurobiologico la cocaina agisce incrementando l’attività della dopamina, un neurotrasmettitore che «eccita» le cellule cerebrali. La cocaina blocca la ricaptazione della dopamina dal vallo sinaptico, ovvero lo spazio tra due neuroni, di fatto producendo una maggiore quantità di dopamina a disposizione dei recettori neurali. 

 

COME AGISCE LA DOPAMINA  

La dopamina è un neurotrasmettitore che regola lo stato di «intenzionalità» dell’atteggiamento: con un maggior livello di dopamina da «usare», la realtà è percepita come maggiormente «appetibile», il che determina un differente atteggiamento della persona che diviene genericamente più «aggressiva» e «predatoria» nei confronti degli oggetti/persone che ha intorno a sè, con un senso aumentato di aggressività e potere. Sono noti gli effetti sulla libido e sull’appetito sessuale dell’uso di cocaina, il senso di maggior focalizzazione sul lavoro, la maggior energia, lo stato di focalizzazione attenta e potente che chi è sotto effetto di cocaina sperimenta. 

 

PERCHE’ SI CHIAMA «DROGA DA PERFORMANCE»  

La coscienza, per sua natura intenzionale e orientata (è lo strumento che usiamo per muoverci nella realtà), diviene in questi momenti focalizzata e maggiormente agganciata alla realtà esterna. La cocaina per questo è stata definita una droga da «performance» e non da «introspezione»: chi la usa difficilmente cerca uno stato di immersione dentro di sè, ma piuttosto un diverso atteggiamento nei confronti della realtà esterna. 

 

IL MECCANISMO DELLA RICOMPENSA E DEL DESIDERIO  

La dopamina è inoltre centralmente coinvolta in quello che è stato definito meccanismo di reward, ovvero di «ricompensa». Insieme a una potente scarica dopaminergica, il nostro cervello memorizza con intensità amplificata quel preciso momento di benessere, al fine di riprodurlo in futuro. E’ come se l’appetito si auto-alimentasse, ingigantendosi, fino a renderci bulimici. Questo è stato osservato a proposito dell’utilizzo «binge» della cocaina, di cui ci si «abbuffa» al fine di riprodurre e ri-sperimentare quello stato di piacere provato inizialmente e fugare il down post-assunzione. In questo senso quindi dire che la cocaina non produce dipendenza fisica non è strettamente esatto perché esiste un meccanismo, quello di ricompensa appunto, dis-regolato e potentemente attivo in senso biologico, che governa il senso di bisogno e quello che tecnicamente viene chiamato «craving», ovvero il «desiderare» in modo molto intenso che il consumatore sperimenta. 

 

(…omissis…)

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