16 maggio 2018 – Sono circa 35 milioni gli italiani sopra gli 11 anni di età che consumano bevande alcoliche (20 milioni di uomini e 15 di donne); di questi più di 8,6 milioni (il 23,2% dei maschi e il 9,1% delle femmine) hanno una modalità del bere a rischio. Il dato più allarmante riguarda i minori (circa 800 mila) ai quali la vendita e somministrazione di bevande alcoliche sarebbe vietata sino ai 18 anni, e i giovani sino ai 24 anni di età (altrettanti), altrettanti giovani sino ai 24 anni di e gli anziani (2,7 milioni).

Tra i giovani prevale il binge drinking (che riguarda il 21,8% maschi e l’11,7% femmine). Il bere a rischio è differenziato per genere a tutte le età. Ma tra i giovani di 18-24 anni, il fenomeno è circa il doppio tra i ragazzi rispetto alle ragazze, mentre sotto i 18 anni non si osserva una differenza statisticamente significativa.

L’esposizione all’alcol è causa di circa 41 mila accessi nei Pronto soccorso, con diagnosi principale di abuso di alcol episodico, e di 57 mila ricoveri ospedalieri, il 42% dei quali ha come diagnosi principale una condizione alcol-correlata.

Sono questi alcuni dei dati elaborati dall’Osservatorio nazionale alcol (Ona) dell’Istituto superiore di sanità (Iss), acquisiti e trasmessi dal ministro della Salute nella Relazione annuale al Parlamento e presentati in occasione dell’Alcohol Prevention Day 2018 (Apd).

Il convegno, giunto alla diciassettesima edizione, si è tenuto il 16 maggio 2018 presso e si è svolto nell’ambito dell’accordo di collaborazione formale tra il ministero della Salute e l’Istituto superiore di sanità, nel quadro delle attività di informazione e prevenzione da svolgere ai sensi della legge 125/2001, quale momento di raccolta di tutte le iniziative svolte nel corso del Mese di prevenzione alcologica, promosso in collaborazione con la Società Italiana di Alcologia (Sia), l’Associazione italiana club alcologici territoriali (Aicat) ed Eurocare.

 

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